La lombalgia (LBP) è uno dei più frequenti disturbi muscolo-scheletrici, con la prevalenza all'incirca dell'84% sulla popolazione. Mentre LBP può essere scaturita da diversi fattori di rischio, la maggioranza dei casi di LBP non hanno cause evidenti e spesso possono essere classificate come non specifiche. Anche se è difficile individuare i fattori causali e i meccanismi lesionali di una LBP non specifica, è comunemente accettato in letteratura il fatto che la compromissione della stabilità meccanica della muscolatura lombare della colonna vertebrale può influenzare i modelli di reclutamento muscolare e contribuire al verificarsi dei sintomi di una LBP non specifica.
La stabilità meccanica della colonna lombare è spesso interpretata come il livello di tolleranza o di sicurezza con la quale la colonna vertebrale lombare può resistere a delle perturbazioni esterne. E' risaputo che la stabilità della colonna vertebrale sia mantenuta dai contributi coordinati di forze di tensione passiva dei tessuti spinali così come dalle forze di contrazione attiva dalla parte bassa della schiena e dei muscoli addominali, intorno alla colonna lombare. I fattori di rischio che sono noti per danneggiare la stabilità includono un'infiammazione acuta dei legamenti spinali, una riduzione della rigidità dei tessuti passivi a causa di incurvamento prolungato o ripetuto della schiena e un sovraccarico muscolare con maggiore faticabilità dei muscoli lombari.
Alcune piccole modifiche nella stabilità spinale non sono in grado direttamente di portare ai sintomi di dolore, ma sono in grado di ridurre il margine di sicurezza della colonna lombare e rendere la colonna lombare più vulnerabile a lesioni o disturbi. Per impedire il verificarsi di una LBP non specifica per danni alla stabilità spinale, diventa essenziale un'affidabile e attenta valutazione del livello di stabilità spinale prima del verificarsi dei sintomi di dolore.
In precedenti ricerche, la stabilità della colonna lombare è stata valutata attraverso l'individuazione di anomalie dei segnali mioelettrici (EMG) dei muscoli lombari o dal calcolo della rigidità della colonna vertebrale mediante una modellazione numerica di analisi cinematica del tronco. Gli indicatori tipici EMG delle variazioni del livello di stabilità spinale includono la comparsa ritardata del fenomeno di flessione-rilassamento dei muscoli estensori della colonna lombo-sacrale in flessione del tronco, l'aumento del rapporto di co-contrazione tra i muscoli addominali e lombari, l'aumento della frequenza e della forza degli spasmi, e la grandezza dello squilibrio bilaterale in seguito ad un'attività muscolare lombare sotto carico.
Anche se questi indicatori hanno mostrato una buona validità nel determinare i danni asintomatici di una carente stabilità spinale, sono stati generalmente valutati in esperimenti controllati con i movimenti e le posture poste in esame, che potrebbero non essere facilmente ripetute in ambienti non di laboratorio. L'uso di questi indicatori in ambienti non di laboratorio non è ancora pratico a causa della mancanza di metodi standardizzati o a causa della difficoltà di effettuare movimenti controllati e posture analitiche. Raccogliendo gli indicatori di stabilità spinale in modo affidabile e valutandoli in ambienti non di laboratorio con semplici e facili attività da eseguire, tutto questo potrebbe portare allo sviluppo di un sistema di valutazione della salute della colonna vertebrale per gli ortopedici o a dei programmi di auto-cura da parte dei soggetti colpiti.
METODI:
Venti soggetti giovani e asintomatici sono stati inseriti in questo studio. Hanno condotto la normale deambulazione, plank, e delle attività di estensione posteriore isometrica prima e subito dopo il mantenimento di 10-min flessione statica profonda superiore del corpo su una base piana. Sono stati raccolti i dati EMG dei muscoli erettori spinali, obliquo esterno, e retto addominale, a livello bilaterale. I loro valori medi di ampiezza normalizzata sono stati confrontati prima e dopo la flessione profonda statica. Le variazioni dei valori del rapporto di ampiezza e di co-contrazione sono stati valutati per capire come i modelli di reclutamento muscolare siano cambiati dopo la flessione profonda statica.
RISULTATI:
L'ampiezza media normalizzata dei muscoli antagonisti (erettori spinali: durante lo svolgimento della plancia; obliquo esterno e retto addominale: durante lo svolgimento dell'estensione posteriore isometrica) è diminuita significativamente dopo 10-min di flessione profonda statica. L'ampiezza normalizzata dei muscoli agonisti non variava significativamente dopo la flessione profonda.
CONCLUSIONI:
I risultati di questo studio suggeriscono la possibilità di utilizzare l'EMG di superficie nella valutazione della stabilità spinale e dello stato di salute della colonna lombo-sacrale, mediante l'adozione di semplici posture o esercizi che possono essere fatti in ambienti non di laboratorio. In particolare, l'ampiezza dei antagonisti è risultata essere più sensibile dei muscoli agonisti nell'identificazione dei cambiamenti nella stabilità spinale, associati a 10 minuti di flessione profonda statica.
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