Uno studio morfometrico del Nervo Otturatore intorno al Forame Otturatorio.

INTRODUZIONE
Il nervo otturatore nasce dalla divisione anteriore dei rami ventrali del secondo, terzo e quarto nervo lombare del plesso lombare. Il ramo proveniente dal terzo nervo lombare è il più grande e si distribuisce sulla cute in corrispondenza dei muscoli abduttori e della coscia. Scende attraverso il muscolo grande psoas formando un fascio, ed entra nel territorio della coscia attraverso la parte superiore del forame otturatorio, lungo la parete interna del piccolo bacino, accompagnato dall'arteria otturatoria. Il nervo otturatore si divide poi in un ramo anteriore e in un ramo posteriore. Il ramo anteriore è responsabile dell'innervazione sensoriale dell'articolazione dell'anca e di metà coscia, così come per l'innervazione motoria dei muscoli adduttori superficiali. Il ramo posteriore fornisce la percezione sensoriale della pelle sul lato posteriore delle articolazioni del ginocchio e fornisce l'innervazione motoria ai muscoli adduttori profondi.

La neuropatia del nervo otturatore (sindrome da intrappolamento del nervo otturatore) è causata dalla pressione o da eventuali lesioni al nervo otturatore sulla parte superiore del forame otturatorio, e presenta una sintomatologia con dolore o perdita di sensibilità sulla parte mediale-superiore della coscia, con o senza debolezza dei muscoli adduttori. Se non trattata, un'iniziale debolezza dell'adduzione dell'anca si tradurrà in un disturbo funzionale dell'anca. La maggioranza dei casi delle neuropatie otturatorie deriva da traumi, lesioni iatrogene, come la chirurgia ortopedica (protesi d'anca, chirurgia urologica e chirurgia della colonna vertebrale attraverso la cavità retroperitoneale), sports ernie, e problemi ginecologici, come gravidanze ectopiche. Inoltre, la neuropatia otturatoria può anche essere associata a lesioni compressive causate da cisti, neurofibroma e lipoma.

La diagnosi e il trattamento della neuropatia del nervo otturatore è difficile, in quanto si tratta di una malattia rara con cui molti neurochirurghi non hanno familiarità. La conoscenza dell'anatomia del nervo otturatore è essenziale per un'adeguata pianificazione di un intervento e per il successo chirurgico. Con l'obiettivo di migliorare l'accuratezza della diagnosi e per prevenire le complicanze, gli autori dello studio hanno condotto questo lavoro morfometrico su cadavere per studiare le caratteristiche anatomiche e le relazioni tra il nervo otturatore e suoi dintorni, identificando i punti di repere anatomici.

METODI:
Quattordici cadaveri sono stati studiati a livello bilaterale per misurare le distanze dalla radice nervosa ai punti di repere anatomici rilevanti vicino al nervo otturatore, tra cui la colonna vertebrale, la spina iliaca antero-superiore (SIAS), il tubercolo pubico, il legamento inguinale, l'arteria femorale, e il tendine del muscolo adduttore lungo.

RISULTATI:
Il nervo otturatore esce dal forame otturatorio e viaggia infero-medialmente tra il muscolo adduttore lungo e breve. Le distanze medie dalla zona di uscita del nervo otturatore (Onez) alla SIAS e al tubercolo pubico erano rispettivamente di 114 millimetri e di 30 mm. Le distanze medie orizzontale e verticale tra il tubercolo pubico e l'Onez erano rispettivamente di 17 mm e di 27 mm. La distanza media più breve dalla Onez al legamento inguinale era di 19 mm. La lunghezza media del legamento inguinale dalla ASIS e dal tubercolo pubico fino al punto più breve sono state rispettivamente di 103 millimetri e di 24 mm,. La lunghezza media del nervo otturatore dall'Onez e dall'adduttore lungo all'arteria femorale erano rispettivamente di 41 millimetri e di 28 mm.

CONCLUSIONE:
Il nervo otturatore esce dal forame otturatorio ad una distanza dal tubercolo pubico di circa 17 mm e 27 mm sui piani orizzontale e sagittale, sotto il muscolo pettineo. L'area superficiale è ad una distanza di circa un quinto medialmente dal legamento inguinale. Questo studio contribuirà a migliorare la precisione degli interventi chirurgici del nervo otturatore per stabilire un migliore piano terapeutico e diminuire le complicazioni post-chirurgiche.


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