Relazione tra la forza dell'anca e la resistenza del tronco durante la cinematica della corsa in corridori alle prime armi.

INTRODUZIONE
La corsa è una forma sempre più popolare di esercizio fisico, con oltre 50 milioni di corridori solamente negli Stati Uniti d'America. Purtroppo, fino al 70% di questi corridori svilupperà una lesione da sovraccarico entro un periodo di un anno. Di tutti i gruppi, i corridori alle prime armi sono particolarmente a rischio di sviluppare un infortunio. I loro tassi di infortunio sono stati confrontati e sono risultati maggiori rispetto ai corridori ricreativi, competitivi, maratoneti, o corridori di fondo. La prevenzione delle lesioni tra i corridori alle prime armi è importante poiché ottenere un infortunio precoce può essere un deterrente per il mantenimento di un programma di esercizio valido. Tuttavia, ci sono alcune raccomandazioni basate sull'evidenza da seguire, per le persone attive in buona salute, che desiderano avviare un programma di corsa.
Si pensa che alcuni errori nell'allenamento contribuiscano alla maggior parte delle lesioni correlate alla corsa. In particolare, aumentare il chilometraggio troppo presto nel programma non consente al sistema muscolo-scheletrico di adattarsi alle forze ad alto impatto e ripetitive che accompagnano la corsa stessa. Per minimizzare il rischio di lesioni, è stato suggerito di limitare l'aumento della durata o dell'intensità di non più del 10% in una settimana. Tuttavia, un recente studio ha scoperto che un programma di corsa classificato nei corridori alle prime armi con la regola del 10% è stata inefficace nel ridurre il tasso di infortuni. Nei soggetti che hanno una storia precedente di sport, prima di iniziare un programmati corsa, è stata anche associata incidenza maggiore di lesioni, in particolare negli sport di carico non assiale (ad esempio il nuoto, la bicicletta), che si riconoscono come predittori di maggiori indici infortunistici. 
Le meccaniche della corsa sono sempre più riconosciute come un importante fattore che contribuisce allo sviluppo di lesioni. In particolare, l'aumento del picco della scossa tibiale, il picco di impatto suolo, e i tassi di carico verticale sono stati associati a fratture da stress tibiale. L'aumento della rotazione interna dell'anca e degli angoli articolari di adduzione sono stati collegati a lesioni del ginocchio, in cui questi angoli articolari tendono ad essere più esagerati nelle donne. Esempi di meccanica alterata sono stati osservati nelle donne durante la fase di appoggio della corsa e comprendono un maggiore picco di adduzione e rotazione interna del ginocchio con la sindrome della bendelletta iliotibiale e un maggiore picco di adduzione dell'anca e della rotazione interna con la comparsa del dolore femoro-rotuleo. Tuttavia, non è chiaro se i corridori alle prime armi hanno questi meccanismi anomali prima di iniziare un programma di corsa che possono quindi predisporre a lesioni.
Anche la forza della muscolatura dell'anca può anche essere correlata a lesioni da corsa. Ad esempio, le gambe infortunate dei corridori hanno dimostrato in modo significativo di avere uno squilibrio muscolare, con il comparto degli abduttori dell'anca e dei muscoli rotatori esterni nettamente più debole. In modo specifico per gli infortuni al ginocchio, le femmine con il dolore femoro-rotuleo hanno dimostrato una diminuzione dell'abduzione dell'anca e della forza in rotazione esterna fino al 26% e 36%, rispettivamente, mentre le femmine con la sindrome della bendelletta iliotibiale hanno dimostrato una maggiore debolezza degli abduttori dell'anca di circa il 20% rispetto agli arti sani dei partecipanti del gruppo di controllo. Questi deficit di forza sono comunemente usati per spiegare la fonte dell'anormale cinematica articolare anormale.
Meccanica e forza sono tipicamente misurate insieme, dove le alterazioni nella meccanica osservate nei partecipanti infortunati sono spesso spiegate con deficit di forza. Ad esempio, una diminuita forza muscolare dell'anca osservata nei pazienti con dolore femoro-rotuleo è stata proposta come un contributo ad una maggiore rotazione interna dell'anca. Usando modelli muscolo-scheletrico, la debolezza muscolare può essere tollerata (fino al 40% in meno), prima di alterare l'andatura normale, suggerendo che la forza e la meccanica possono anche non essere correlate. Tuttavia, non è chiaro se questo si estende alla corsa. Da qui il rapporto esplicito tra la forza e la cinematica isometrica, che merita ulteriori indagini per stabilire se i deficit di forza possono essere utilizzati come una spiegazione per la meccanica anormale in corridori alle prime armi.
ABSTRACT
In primo luogo, gli autori dello studio hanno cercato di capire meglio la predisposizione dei corridori di sesso femminile meno esperti alle lesioni, identificando le potenziali differenze di esecuzione meccanica e la resistenza con i corridori di sesso femminile esperti. In secondo luogo, gli autori dello studio hanno voluto valutare la relazione tra l'anca e la forza del tronco analizzando la cinematica dell'anca non sagittale durante la corsa.

Sono stati inseriti nello studio due gruppi femminili: 19 corridori esperti sani e 19 sani corridori meno esperti attivi. Sono state misurate la forza dei muscoli abduttori dell'anca e la forza dei muscoli rotatori esterni utilizzando un dinamometro, mentre per quanto riguarda la valutazione della resistenza muscolare del tronco è stata utilizzato un side-plank. Successivamente, è stata eseguita un'analisi del cammino strumentale mentre ogni partecipante andava a 3.3 m/s. I due gruppi sono stati confrontati utilizzando un t-test indipendente per identificare le differenze nel picco di impatto al suolo, il tasso di carico, gli angoli non sagittali di escursione dell'anca, la resistenza muscolare del tronco e la forza della muscolatura dell'anca.

Non ci sono state differenze statisticamente significative nel picco di impatto, nella velocità di carico, nella cinematica dell'anca non sagittale e nella forza. Tuttavia, i corridori alle prime armi hanno fatto mostrare una tendenza clinicamente significativa verso una maggiore rotazione interna dell'anca di 3,8°. Si è verificata anche una diminuzione del tempo di resistenza nella posizione in side-plank, associata ad un angolo di rotazione interna dell'anca aumentato, mentre la forza isometrica non era legata alla cinematica.

I programmi volti a prevenire gli infortuni ai corridori alle prime armi devono avere come obiettivo le prestazioni del tronco e il controllo neuromuscolare eventualmente, piuttosto che la forza dell'anca.


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