L'analisi della curvatura acromiale e le sue relazioni con lo spazio sub-acromiale.

INTRODUZIONE
Gli studi sulla morfologia dell'acromion hanno acquisito importanza fin dal lavoro di Neer. Sulla base delle analisi su cadaveri umani e sulle osservazioni cliniche, Neer ha descritto la sindrome da impatto (IS) un'associazione tra la morfologia acromiale e un'entità clinica caratterizzata da shock meccanici ripetuti causati dalla cuffia dei rotatori nello spazio subacromiale.

Successivamente, altri autori hanno confermato l'associazione tra la forma dell'acromion e le lesioni alla cuffia dei rotatori (RCI). C'è una grande varietà di forme dell'acromion nella popolazione. Bigliani et al. hanno proposto un sistema di classificazione per l'acromion da uno studio su 140 spalle di cadaveri umani. Essi hanno identificato tre tipi di acromion: piatto (tipo I), curvo (tipo II) e ad uncino (tipo III). Più è curvo l'acromion, maggiore è la probabilità di diminuzione dello spazio subacromiale, con conseguente sviluppo di una IS e di una lesione alla cuffia dei rotatori.


Il sistema di classificazione proposto da Bigliani et al. è stato notevolmente utilizzato per analizzare la prevalenza di ciascun tipo di acromion nella popolazione e la sua relazione con l'età.

Anche se notevolmente utilizzata, la classificazione dell'acromion in tipi rettilinei, curvi e ad uncino è un concetto soggettivo, soprattutto per quanto riguarda la distinzione dei tipi di acromion II e III, e vi è spazio per un'ampia variabilità tra gli osservatori.

Per questo motivo, alcuni ricercatori hanno proposto di comprendere la variazione della curvatura acromiale attraverso un'angolazione ben precisa. Tuttavia, la classificazione tradizionale di Bigliani et al. è ancora molto usata perché è facile da ricordare e riprodurre graficamente, nonostante la sua soggettività.

Alla luce di questa situazione, gli autori dello studio hanno creato tre angoli nel presente studio, per la correlazione con i tipi di acromion. Questa dovrebbe anche fornire un'idea oggettiva dello spazio subacromiale. E' stata misurata la distanza tra il tubercolo sopraglenoideo e l'estremità anteriore dell'acromion (DA), per capire fino a che punto la curvatura acromiale sia in grado di interferire e causare pizzicamento delle strutture incluse in questo spazio.

SCOPO
Lo scopo di questo studio è stato quello di correlare la curvatura acromiale, utilizzando gli angoli proposti, con lo spazio subacromiale e tipi di acromion.

METODI
Sono state prese in esame novanta scapole. Gli acromion sono stati classificati come tipo I, II o III. La curvatura acromiale è stata analizzata mediante angoli alfa, beta e theta. Sono state misurate anche la distanza tra l'estremità anteriore dell'acromion e il tubercolo sopraglenoideo (DA). Le scapole sono state raggruppate in relazione al sesso e all'età. Gli angoli proposti sono stati analizzati in relazione a ciascun tipo di acromion ed anche in relazione alle misure della distanza di DA.

RISULTATI
Di tutti gli acromion analizzati, 39 (43,3%) erano di tipo I, 43 (47,7%) di tipo II e otto (9%) di tipo III. L'età media per ogni tipo di acromion (I-III) era rispettivamente di 45,6 anni, 55,2 anni e 51,1 anni. Le proporzioni dei vari tipi di acromion variavano in relazione al sesso ed età. Le valutazioni sull'angolo medio beta e theta, con confronti in relazione a ciascun tipo di acromion e alle misurazioni della distanza DA, risultano essere statisticamente significative.

CONCLUSIONE
Gli angoli proposti nel seguente studio possono essere usati per l'analisi morfometrica sull'acromion, soprattutto per quanto riguarda la sua curvatura, e possono contribuire negli studi sulle malattie della spalla, essendo di grande aiuto nella pianificazione chirurgica e nell'analisi della pendenza acromiale, mediante radiografia o risonanza magnetica.



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