Il trattamento artroscopico della tendinite calcifica della cuffia dei rotatori.

INTRODUZIONE
La tendinite calcifica, o calcificazione tendinea, è un disturbo comune caratterizzato dall'accumulo multifocale di cristalli a base di fosfato di calcio, all'interno dei tendini della cuffia dei rotatori. Nella maggior parte dei casi, le calcificazioni multifocali si trovano ad 1-2 cm dall'inserzione del tendine sovraspinato sulla grande tuberosità della testa dell'omero. Gärtner e Heyer analizzando i depositi calcifici, hanno scoperto che sono costituiti da cristalli di idrossiapatite. Sono stati proposte varie eziologie tra cui l'ipossia tendinea, la genetica, o un disordine endocrino; tuttavia, una eziologia definitiva non è ancora stata identificata.

Questa calcificazione reattiva è cellulo-mediata e si ritiene che si verifichi in 3 fasi distinte: una fase pre-calcifica, una fase calcifica, e una fase post-calcifica. Durante la fase di pre-calcifica, il tendine subisce una trasformazione fibrocartilaginea con metaplasia dei tenociti in condrociti. Sono presenti dunque aree di tipo vascolare con metaplasia fibrocartilaginea. La fase calcifica è ulteriormente scomposta in una fase di formazione (in cui i cristalli di calcio sono depositati in vescicole che si fondono per formare grandi depositi), una fase di riposo (durante il quale la raccolta di calcio cessa), e una fase di riassorbimento (durante la quale spontaneamente avviene un processo di riassorbimento del deposito di calcio). Il dolore più grande è frequentemente presente durante la fase di riassorbimento.

Il trattamento iniziale dovrebbe essere incruento, comprendendo una terapia per via orale di farmaci anti-infiammatori. L'iniezione di corticosteroidi può essere temporaneamente utile. Nei casi che non rispondono o in pazienti che soffrono di significativo peggioramento dei loro sintomi, il debridement artroscopico fornisce un'eccellente risultato. La decompressione subacromiale non è considerata da alcuni autori come una procedura di accompagnamento adeguato, anche se altri riferiscono che una decompressione subacromiale aggiuntiva sembrerebbe ridurre il dolore postoperatorio. La tecnica inizia con una artroscopia approfondita in ispezione delle aree gleno-omerale e della borsa, inclusa una valutazione articolare e una valutazione della borsa della cuffia dei rotatori. In seguito si crea una piccola lesione con un ago di grosso calibro, successivamente un debridement artroscopico, se necessario , e una ripetizione dell'ispezione della cuffia dei rotatori. Qualsiasi deposito di calcio rimanente o un significativo danno alla cuffia dei rotatori devono essere trattati. Una tecnica artroscopia semplice consiste nell'utilizzare un ago calibro 14 per identificare la lesione, aprirla, e facilitare l'evacuazione del deposito di calcio.

TECNICA CHIRURGICA
Al momento della chirurgia, devono essere disponibili le radiografie per facilitare la localizzazione e la valutazione della deposizione di calcio. Lesioni di grandi dimensioni possono avere più depositi di calcio.

Con il paziente sotto un'anestesia generale e ipotensiva e utilizzando una visualizzazione di posizione in decubito laterale, sono stabiliti degli ingressi posteriore e anteriore e viene eseguito un esame diagnostico standard dell'articolazione gleno-omerale. Sono così evidenziate le aree di maggiore vascolarizzazione della cuffia dei rotatori, se presenti. Queste possono essere associate alla fase finale della fase calcifica, che comprende la proliferazione vascolare ai margini della lesione. Una volta che l'artroscopia diagnostica gleno-omerale è completata, viene raggiunto lo spazio subacromiale.

Oltre ai portali anteriori e posteriori stabiliti, un portale laterale è stabilito leggermente in posizione anteriore alla linea mediana laterale. Da qui, viene eseguita un'attenta valutazione della borsa sinoviale. Se necessario, viene effettuata una borsectomia subacromiale per garantire la completa visualizzazione dei tendini della cuffia dei rotatori. Questo passaggio include la rimozione della tenda posteriore della borsa. La cuffia dei rotatori è ispezionata al fine di individuare le aree di deposito, presenza di gonfiore, neovascolarizzazione, o calcio. Se un deposito di calcio non è immediatamente evidente, viene utilizzata una sonda per palpare il tendine al fine di individuare delle incongruenze nella struttura che suggeriscono un deposito nascosto. Una volta che compare una zona di calcificazione, viene utilizzato un ago calibro 14 da un catetere di infusione per forare la lesione. Normalmente si ottiene il rilascio della calcificazione. La calcificazione rilasciata può assomigliare sia a "dentifricio" che a "polvere di gesso." Utilizzando una sonda o un ago dalla punta smussa, la lesione può essere munta per spremere il resto del deposito di calcio dalla zona. Non appena il materiale calcificato entra nello spazio subacromiale, attraverso un determinato strumento, viene aspirato per rimuovere i detriti.

Talvolta la rimozione della calcificazione crea una cavità nel tendine della cuffia dei rotatori. Questa cavità deve essere ispezionata e qualsiasi residuo di calcio sbrigliato. Se esiste una significativa rottura del tendine della cuffia dei rotatori, può essere necessaria una riparazione del tendine. Infine, vengono eseguite una ispezione finale e la palpazione dell'intera superficie della borsa del tendine della cuffia dei rotatori, ruotando la testa dell'omero sia esternamente che internamente. Se non viene trovato nient'altro, la procedura è terminata.

ABSTRACT
La tendinite calcifica, o calcificazione tendinea, è un disturbo comune caratterizzato dall'accumulo multifocale di cristalli di fosfato di calcio basici all'interno dei tendini della cuffia dei rotatori. Nella maggior parte dei casi, le calcificazioni multifocali possono trovarsi da 1 cm a 2 cm di distanza dall'inserzione del tendine sovraspinato sulla grande tuberosità della testa dell'omero.
Il trattamento iniziale dovrebbe essere incruento e comprendere i farmaci anti-infiammatori per via orale e la terapia fisica strumentale. Se con questi due approcci non si ottiene un miglioramento e quindi falliscono, è efficace e consigliato ricorrere ad un debridement artroscopico del deposito. La tecnica utilizzata è una localizzazione artroscopica e debridement senza associare ad essa una decompressione subacromiale.

La cuffia dei rotatori deve essere valutata per verificare la presenza di lesioni parziali o a tutto spessore di alcuni tendini della cuffia dei rotatori, prima e dopo l'asportazione delle calcificazioni. Se si identifica una cuffia dei rotatori con sofferenze tendinee parziali e autonome o a tutto spessore, deve essere trattata come quelle senza depositi di calcio. Secondo gli autori, le lesioni di 5 mm o più di profondità devono essere riparate utilizzando le tecniche da tendine a tendine o dal tendine all'osso. Le lesioni con meno profondità vengono ripulite e lasciate così.

In conclusione, gli autori dello studio suggeriscono che il debridement artroscopico della calcificazione tendinea possa produrre ottimi risultati funzionali ed un'elevata ed immediata soddisfazione del paziente.




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