Nel 1972, il primo ad indagare sull'idea che la sindrome da conflitto subacromiale e le varie sofferenze/lesioni della cuffia dei rotatori si sviluppano secondariamente all'attrito muscolo-tendineo sotto l'arco coracoacromiale fu Neer. Questo meccanismo, noto come "sindrome da impingement", da allora è stata sostenuta da numerosi studi che associano le caratteristiche morfologiche della scapola con i sintomi dell'impingement e delle lesioni della cuffia dei rotatori.
Queste caratteristiche morfologiche si riferiscono alle dimensioni e alla forma dell'arco coraco-acromiale e all'orientamento della glenoide, e teoricamente possono portare ad una riduzione della superficie di uscita del tendine del muscolo sovraspinato. In questo caso ha preso piede l'artroscopia con acromionplastica, che costituisce il cardine del trattamento chirurgico per la sindrome da conflitto subacromiale, quando ci sono cause strutturali primarie ad incidere negativamente. Tuttavia ci sono prove che le patologie della cuffia dei rotatori spesso provengono dall'interno o sul lato articolare del tendine del sovraspinato, il che è incompatibile con un meccanismo da impingement morfologico. Si tratta quindi di una causa muscolare o tendinea, una sindrome da impingement secondaria. In considerazione dei potenziali rischi clinici e dei costi del trattamento chirurgico, la determinazione del fattore eziologico primario di conflitto subacromiale è di significativa importanza clinica.
La famiglia Hominidae (le grandi scimmie), composta da esseri umani, scimpanzé, gorilla e oranghi, condivide un antenato comune che ha vissuto circa 14 milioni di anni fa. Da quel momento ogni specie si è diversificata, in accordo con la teoria dell'evoluzione di Darwin, dimostrando diversi comportamenti di locomozione. Gli oranghi sono prevalentemente arborei in contrasto con le attività più terrestri di entrambe le specie di scimpanzé e gorilla. Tuttavia l'adozione di una postura ortograda e il requisito per l'arrampicata verticale rimane una caratteristica comune alle tre specie. La morfologia della scapola sembra riflettere questa funzione condivisa con un acromion allungato e sporgente lateralmente insieme ad un legamento coraco-acromiale stabilizzante che aiuta a massimizzare la potenza del muscolo deltoide. È interessante notare che le lesioni della cuffia dei rotatori sono completamente assenti nel primate non umano.
SCOPO:
Gli esseri umani si differenziano da altre grandi specie di scimmie nella loro propensione a sviluppare la sofferenza della cuffia dei rotatori. Lo scopo di questo studio è stato quello di confrontare i fattori di rischio anatomici per l'urto subacromiale e la sofferenza della cuffia dei rotatori tra le grandi scimmie e per determinare quali funzionalità possono essere accentuate negli esseri umani e, pertanto, svolgere un ruolo più significativo sull'eziologia della malattia.
METODI:
Sono state scattate fotografie digitali ortogonali delle scapole orientate al piano glenoideo di 22 umani e 17 esemplari di gorilla, 13 scimpanzé e 12 orangotango. Sono state svolte delle misurazioni anatomiche con una tecnica calibrata sull'immagine digitale e i risultati scalati in base alla lunghezza della scapola sul confine vertebrale.
RISULTATI:
Delle dieci caratteristiche anatomiche associate all'urto subacromiale e alla sofferenza della cuffia dei rotatori negli esseri umani, nessuna è stata dimostrata essere accentuata e significativamente diversa rispetto alle altre specie studiate. Tuttavia la fossa del muscolo sovraspinato umano ha dimostrato di essere significativamente più piccola.
CONCLUSIONI:
Questi risultati indicano che esiste un fattore eziologico primario alternativo alle lesioni della cuffia dei rotatori. Una riduzione nella dimensione della fossa del sovraspinato nelle scapole umane suggerisce che l'insufficienza strutturale del sovraspinoso o i cambiamenti dei vettori di forza dei muscoli rotatori della spalla potrebbero svolgere un ruolo principale nel capire l'eziologia di tale problematica.
English Abstract
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