Gli effetti sulla stabilizzazione scapolare della terapia basata sull'esercizio per il dolore, la postura, l'elasticità e la mobilità della spalla nei pazienti con sindrome da impingement scapolo-omerale.

La sindrome da impingement scapolo-omerale (SIS) è un disturbo comune per i pazienti di tutte le età e di diversi livelli di attività. Esso è stato definito come la compressione e l'abrasione meccanica delle strutture della cuffia dei rotatori che passano sotto l'arco coraco-acromiale durante l'elevazione del braccio. Una vasta gamma di fattori è coinvolto nell'eziologia di una SIS: anomalie anatomiche dell'arco coracoacromiale o della testa omerale, ischemia da sovraccarico, sovraccarico eccentrico ripetitivo, modelli cinematici alterati causati della scarsa coordinazione tra i muscoli della cuffia dei rotatori e dei muscoli scapolare, una cattiva postura e una discinesia scapolare. Le persone che costantemente eseguono movimenti ripetitivi, generalmente relativi alle loro mansioni lavorative o all'attività sportiva, sono a rischio di SIS. Il dolore e la disfunzione del paziente con SIS si verifica quando la spalla esegue dei movimenti in elevazione, una situazione che è comune durante molte attività della vita quotidiana e sportiva. I pazienti di solito lamentano una generale perdita di forza nei muscoli del cingolo scapolare durante il lavoro. Così, i pazienti sono a rischio di perdere la propria indipendenza fisica e l'occupazione, andando incontro ad importanti implicazioni socioeconomiche.
La posizione scapolare e i suoi movimenti sul torace sono un componente fondamentale della funzione gleno-omerale fisiologica e gioca un grande ruolo nel facilitare i movimenti ottimali della spalla. In un movimento fisiologico nel quarto superiore del ROM della spalla, la scapola fornisce una base stabile da cui si verifica la mobilità gleno-omerale. La stabilità della scapola dipende sicuramente dalla muscolatura circostante. Questi muscoli devono posizionare dinamicamente la glenoide in modo tale da rendere il più efficiente possibile il movimento gleno-omerale. Durante gli spostamenti dell'articolazione gleno-omerale, soprattutto durante l'elevazione del braccio, è di grande importanza la muscolatura scapolare stabilizzante, che deve essere abbastanza forte da posizionare correttamente la scapola. I principali stabilizzatori delle scapole sono l'elevatore della scapola, i romboidi maggiore e minore, il dentato anteriore e il trapezio. Questi gruppi muscolari funzionano attraverso una sinergica co-contrazione con i muscoli della cuffia dei rotatori, per controllare il movimento scapolare. Quando è presente debolezza o disfunzione ai danni della muscolatura scapolare, un normale posizionamento scapolare e una meccanica fisiologica possono diventare alterati e si traducono in sollecitazioni anomale alle strutture capsulari, in compressione della cuffia dei rotatori e in prestazioni ridotte.

Ci sono molte evidenze che suggeriscono che la cinematica dei movimenti scapolo-toracici sia stata compromessa in caso di Sindrome da Impingement Scapolo-Omerale.

La cinematica scapolo-toracica può essere modificata in risposta ad un schema motorio inadeguato o non corretto, a delle macro e micro lesioni traumatiche, ad un anormale ritmo scapolo-omerale e ad altre patologie della spalla. L'attività muscolare alterata dei muscoli scapolari è comunemente creduta responsabile di essere un fattore cruciale che contribuisce alla SIS. La cinematica scapolo-toracica è spesso vittima della postura anomala del torace e della colonna vertebrale cervicale. Warner et al. hanno notato un maggior numero di scapole alate durante l'elevazione gleno-omerale. Questo modello sembra rappresentare una rotazione interna scapolare e un basculamento anteriore. Recentemente, l'analisi cinematica in 3D ha dimostrato una minore retroversione scapolare, una minore rotazione verso l'alto e una minore rotazione esterna della scapola durante l'elevazione gleno-omerale nei pazienti con SIS.

Il trattamento della SIS è nel 90 -95% dei casi conservativo e spesso include degli esercizi di rinforzo dei muscoli della cuffia dei rotatori, esercizi di stretching, il riposo, esercizi articolari per il recupero del ROM, varie tecniche di mobilizzazione, un programma di esercizi da fare a casa e varie terapie fisiche strumentali come la termoterapia, la stimolazione nervosa elettrica transcutanea (TENS) e gli ultrasuoni ed altre. In un approccio conservativo, la terapia basata sull'esercizio è spesso utilizzata e ha un ruolo importante nella riabilitazione della spalla. Nuove conoscenze nella riabilitazione della spalla sottolineano la stabilizzazione dinamica della scapola come una parte essenziale della gestione perché la capacità di posizionare e controllare i movimenti di basculamento della scapola è molto importante per il ripristino della funzione ottimale dell'arto superiore. Quando la scapola non riesce a svolgere la sua funzione di stabilizzazione, la spalla è inefficiente, il che può risultare non solo nelle diminuite prestazioni neuromuscolari, ma può anche predisporre l'individuo a nuove lesioni della spalla.

Purtroppo, la muscolatura scapolare è spesso trascurata nel trattamento delle SIS. Questa mancanza di attenzione può spesso portare ad un trattamento incompleto. Di conseguenza, il ristabilimento della normale funzione della spalla ed il ripristino dei normali patterns di attivazione muscolare della scapola con esercizi basati sulla stabilizzazione scapolare, secondo gli autori dello studio, sono le chiavi per un programma di riabilitazione di successo.

Lo scopo di questa indagine è stato quello di confrontare l'efficacia di due approcci di trattamento per una sindrome da impingement della spalla: esercizi basati sulla stabilizzazione scapolare della durata di 6 settimane, e un programma di esercizio sul recupero del ROM combinato alla terapia fisica strumentale sul dolore, sulla postura, sulla flessibilità e sulla mobilità dei pazienti SIS.

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