Recentemente, diversi studi hanno esaminato i fattori fortemente legati all'effetto SSC. Ad esempio, Walshe et al. hanno riferito che la preattivazione e il potenziamento (vale a dire, la valorizzazione della forza residua) riguardano propriamente l'effetto SSC. Inoltre, Hirayama et al. hanno riportato che anche l'allungamento del tendine è strettamente collegato al effetto SSC, mentre Zajac e Bobbert et al. hanno suggerito che il contributo dell'allungamento del tendine non era così tanto influente.
Questi risultati relativamente ambigui tra gli studi possono essere causati dalla difficoltà di estrarre separatamente ogni possibile fattore. Ad esempio, quando si esamina l'effetto del SSC confrontando l'altezza di un salto con rimbalzo, con quella di un salto senza rimbalzo, è facile da confermare se l'effetto SSC possa aumentare l'altezza del salto. D'altra parte, è difficile determinare quali fattori contribuiscano all'effetto SSC e/o la portata del contributo di ciascun fattore, perché alcuni fattori cambiano simultaneamente. Pertanto, per chiarire il meccanismo dell'effetto SSC, ogni fattore deve essere estratto separatamente controllando le condizioni sperimentali.
Tuttavia, soprattutto in esperimenti umani adottando questi due metodi di valutazione (salto con rimbalzo e salto semplice), controllare il livello di attivazione del muscolo, la gamma di movimento, e/o la velocità angolare tra i due test è difficile, e ciò può influenzare l'interpretazione dei risultati. Per superare queste difficoltà, attraverso un dinamometro, come l'esperimento condotto da Finni et al., potrebbe essere utile per controllare bene la gamma di movimento e la velocità angolare delle due prove. Inoltre, l'adozione di una contrazione elettricamente evocata piuttosto che la contrazione volontaria sarebbe vantaggiosa perché il livello di attivazione del muscolo può essere impostata in modo identico tra i due test, grazie al controllo dei parametri della stimolazione elettrica.
Pertanto, lo scopo di questo studio è stato quello di esaminare in dettaglio i fattori che contribuiscono all'effetto SSC utilizzando il suddetto apparato sperimentale. Per raggiungere tale scopo, l'influenza della preattivazione è stata isolata, adottando una contrazione isometrica come contrazione preliminare condotta prima della contrazione concentrica. Poiché non vi era alcuna fase di allungamento attivo in questo processo, è stato possibile scartare il contributo dell'allungamento del tendine e del potenziamento della forza residua, mentre il contributo della preattivazione è stato incluso.
Così, se l'effetto SSC è risultato simile tra la contrazione concentrica seguente alla condizione di contrazione isometrica e tra la contrazione concentrica seguente alla condizione di contrazione eccentrica, l'influenza dell'allungamento del tendine e/o la valorizzazione della forza residua è diventato trascurabile. D'altra parte, se l'effetto SSC era diverso tra queste due condizioni, l'allungamento del tendine e/o il potenziamento della forza residua avrebbe dovuto avere una sostanziale influenza sull'effetto SSC. Gli autori dello studio hanno ipotizzato che l'effetto SSC è più influente durante la contrazione concentrica seguente alla condizione di contrazione eccentrica.
Ricapitolando, la forza muscolare è potenziata dal contromovimento. Questo fenomeno si chiama ciclo allungamento-accorciamento (SSC). In questo studio, gli autori hanno esaminato i fattori fortemente legati all'effetto del ciclo SSC in vivo, concentrandosi sull'allungamento del tendine, la sua preattivazione, e la valorizzazione della forza residua.
Sono stati reclutati per questo studio dodici uomini sani. Le misure prese in considerazione sono state l'angolo della caviglia mossa passivamente (attraverso la misurazione con un dinamometro), con una range di movimento dai 15° di flessione dorsale (DF) ai 15° di flessione plantare (PF). La contrazione muscolare è stata evocata dalla stimolazione elettrica, con uno stimolo adeguato per suscitare tre tipi di contrazione:
(1) la contrazione concentrica senza contrazione preliminare (CON),
(2) la contrazione concentrica dopo una precedente contrazione eccentrica (ECC),
(3) la contrazione concentrica dopo la contrazione isometrica preliminare (ISO).
L'effetto del ciclo SSC è stato calcolato come rapporto di coppia congiunto, ottenuto dalla ECC o dalla ISO rispetto a quella ottenuta dalla CON ai suddetti tre angoli articolari (5°DF; 0°; 5 PF).
L'effetto del SSC era prominente nella prima metà del movimento sia durante una ECC (DF5°, 329,3 ± 101,2%; PF0°, 159,2 ± 29,4%; PF5°, 125,5 ± 20,8%), sia durante una ISO (DF5°, 276,4 ± 87,0%; PF0°, 134,5 ± 24,5%; PF5°, 106,8 ± 18,0%). L'effetto di un SSC era significativamente più grande durante una ECC rispetto ad una ISO a tutti gli angoli articolari. Anche senza contrazione eccentrica preliminare (cioè nella sola condizione ISO), l'effetto del SSC era chiaramente grande, indicando che una parte significativa dell'effetto SSC è derivato dalla preattivazione tendinea.
Tuttavia, il meccanismo di potenziamento della forza tramite il ciclo SSC indotto attivamente (aumento della forza residua), contribuisce all'effetto principale del SSC.
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