Infortunio del LCA

Ci sono molti dettagli che devono essere presi in considerazione in maniera coesa per assicurare le migliori possibilità di successo a seguito di un infortunio del legamento crociato anteriore.

Senza dubbio avere un paziente ben preparato, motivato e istruito sul percorso terapeutico. Rivolgersi ad un chirurgo esperto nelle problematiche del LCA. Essere preso in cura da un fisioterapista preparato per recuperare dall'infortunio.

Il successo o il fallimento di una ricostruzione del LCA non è determinata semplicemente posizionando il legamento correttamente durante la procedura chirurgica. Questo è solo un passo nel corso di un lungo processo che richiede una meticolosa attenzione ai dettagli. Avere un fisioterapista istruito e motivato è altrettanto importante quanto l'esecuzione della chirurgia. Una terapia fisica corretta dopo le lesioni del LCA è di fondamentale importanza, sia prima che dopo l'intervento chirurgico.

Nanismo acondroplasico

L'acondroplasia, detta anche ACP, colpisce una persona ogni 20.000, un’alta percentuale dei malati sopravvive solo pochi giorni o nasce morta. La malattia è genetica ed è caratterizzata da un mancato sviluppo armonico della cartilagine di accrescimento delle ossa lunghe degli arti. La cartilagine di accrescimento è quella parte dell’osso che nel bambino non è ancora saldata e che permette l’allungamento progressivo dell’osso stesso. La patologia causa gravi disturbi della crescita e risulta una delle piu’ comuni forme di nanismo, chiamato nanismo acondroplasico.

Purtroppo non esiste ancora oggi nessuna terapia in grado di guarire dall’Acondroplasia. Attualmente una delle possibilità per migliorare la qualità di vita di queste persone è l’intervento ortopedico, per correggere la curvatura della schiena e per aumentare l’altezza. Si può aumentare la statura tramite allungamento chirurgico degli arti inferiori, che generalmente si può effettuare già dai dodici ai sedici anni.

L’operazione chirurgica consiste nell’allungare le ossa del femore e della tibia, “guadagnando” circa 20 centimetri in altezza. Questo tipo di intervento, però, comporta un lungo periodo d’immobilità, e un grosso carico fisico e psichico per il paziente, perciò deve essere valutata la situazione, insieme al medico e ai familiari.






La Ionoforesi

Per ionoforesi (iòno-phòresis = trasporto di ioni) si intende l’introduzione di un farmaco nell’organismo attraverso l'epidermide (somministrazione per via transcutanea), utilizzando una corrente continua (corrente galvanica), prodotta da un apposito generatore. Sostanzialmente si potrebbe definire un'iniezione "senza ago". I vantaggi della somministrazione di farmaci con questa modalità sono essenzialmente:

  • Evitare la somministrazione per via sistemica (orale, intramuscolare, endovenosa);
  • Applicare il farmaco direttamente nella sede corporea interessata dalla patologia;
  • Permettere l’introduzione del solo principio attivo, senza veicolanti (eccipienti);
  • Permettere agli ioni di legarsi a determinate proteine protoplasmatiche;
  • Iperpolarizzare le terminazioni nervose.


I farmaci più utilizzati per i trattamenti di ionoforesi sono l'Artrosilene e l'Orudis. Entrambi hanno come principio attivo il ketoprofene. Rientrano nella categoria dei FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) e svolgono un'azione antipiretica, analgesica e di anti aggregazione piastrinica. 

In fisioterapia è una delle possibili terapie che si possono effettuare su stati infiammatori articolari e della colonna. Utilizzando due spugnette imbevute d'acqua (conduttore) coprenti due elettrodi, si riversa il farmaco sulla spugnetta dell'elettrodo avente la stessa carica ionica del farmaco. In tal modo per uguaglianza di cariche, il farmaco viene respinto dalla spugnetta fissata sulla zona da trattare e penetra in profondità.

Ma è realmente efficace? 

Studi scientifici affermano la sua efficacia dal punto di vista del dolore. Infatti la corrente galvanica, raggiunta una certa intensità (che si misura in milliAmpere) produce il cosiddetto effetto TENS, che ha la capacità di andare a chiudere il cancello della via del dolore (che arriva a livello encefalico e produce il sintomo algico), conosciuto come Gate Control. 

Il farmaco utilizzato nell'applicazione della ionoforesi avrebbe il suo effetto antinfiammatorio se fosse al 100% formato da ioni positivi o negativi (da applicare quindi sull'elettrodo corrispondente). Purtroppo rispetto al passato, la concentrazione di ioni presenti in una singola fiala è nettamente diminuita, andando a ridurre l'efficacia antinfiammatoria. Un altro limite è la durata del trattamento. Per assicurarci il completo passaggio della soluzione farmacologica dalla spugna al corpo, il trattamento dovrebbe durare molto più di quanto dura una terapia media di ionoforesi. 

In sostanza, esistono terapie antinfiammatorie molto più efficaci della ionoforesi, in circolazione. 





La Magnetoterapia

La magnetoterapia è un tipo di terapia fisica strumentale che genera un campo elettromagnetico, avente diversi effetti benefici per la salute. Prima di elencarli, è utile capire quali sostanze interagiscono con un campo elettromagnetico. Sostanzialmente esistono tre tipologie di interazioni: magnetiche, diamagnetiche, paramagnetiche.

La sostanza magnetica per eccellenza è il ferro. Questo tipo di struttura viene attratta dal campo magnetico. Ovvero se posizioniamo un magnete all'interno di un solenoide utilizzato durante la magnetoterapia, subirà delle modifiche strutturali microscopiche che orienterà le sue molecole nella direzione del campo creato.

La sostanza diamagnetica per eccellenza è l'acqua. Questo tipo di elemento viene respinto dal campo magnetico. Ovvero se posizioniamo il campo magnetico sopra una pozzanghera, l'acqua tenderà ad essere respinta, andando nel verso opposto al campo magnetico.

Le sostanze che non reagiscono in nessun modo con il campo elettromagnetico si definiscono paramagnetiche. Queste non vengono nè attratte, nè respinte. Fanno parte di questa categoria numerose particelle presenti in natura.

Rapportando questi concetti al nostro organismo, riconosciamo come sostanza magnetica per eccellenza l'emoglobina (proteina ferrosa che lega l'ossigeno al globulo rosso), come sostanza diamagnetica l'acqua (ma anche eventuali versamenti liquidi presenti in diverse patologie) e come sostanza paramagnetica numerosi ioni che si trovano comunque in un contesto o di sangue o di acqua.

Usando la logica, possiamo capire che un campo magnetico applicato in una zona del nostro corpo porterà principalmente ad un aumento nella zona di sangue ed ossigeno e ad un drenaggio di liquidi. Principalmente le sue indicazioni saranno per situazioni infiammatorie, ematomi, artrosi, traumi diretti e solo in seguito per fratture.

La magnetoterapia infatti non ha nessuno studio scientifico che dimostri la sua efficacia in casi di frattura. Ma seguendo la logica suddetta, è evidente che stimolando l'afflusso di sangue in una zona che è disorganizzata dal punto di vista della circolazione sanguigna, si possa velocizzare la formazione del callo osseo e la riduzione di edemi conseguenti a fratture.



D.O.M.S. e Acido Lattico

Il D.O.M.S. (Delayed Onset Muscle Soreness) è un acronimo inglese che sta ad indicare l'indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata. Questo viene in genere riscontrato da tutti gli individui indipendentemente dal livello di allenamento, ed è una normale risposta fisiologica a sforzi maggiori, o lo svolgimento di attività fisiche a cui non si è abituati. Il dolore e il disagio associato ai DOMS solitamente raggiunge il picco tra le 24 e le 48 ore a seguito dell'esercizio fisico, e si estingue entro 96 ore. Generalmente, una percezione di dolore maggiore avviene con sforzi di maggiore intensità, e una più frequente esecuzione di attività sconosciute. Altri fattori che influiscono sulla formazione del DOMS sono la rigidità muscolare, la velocità della contrazione, la fatica, e l'angolo di contrazione.

Pubblicità e Marketing: lo tsunami che si abbatterà.

Il marketing è uno strumento strategico decisivo per operare con efficacia sui mercati, per interpretare al meglio le esigenze e le istanze tradurle in soluzioni. Svolge un ruolo guida nell’orientamento dei processi di comunicazione sia in quella di prodotto che in quella dedicata alla presenza ad eventi.

Ultimamente il mercato della fisioterapia ha subito una forte spinta pubblicitaria, che porterà di qui a breve l'utenza di pazienti a scegliere un centro piuttosto che un altro. Non sarà più infatti la qualità del trattamento ad essere prioritaria nella decisione della persona che deve curarsi. Bensì, sempre di più nell'ultimo periodo, la presenza di sconti, promozioni o convenzioni che la struttura offre all'utenza sarà la ragione per la quale l'individuo sceglierà una clinica invece di un'altra.

Colpa della crisi? Sicuramente la persona bisognosa di cure, anche per colpa dello stato di crisi economica in cui riversano numerose famiglie italiane, prima di fare un qualsiasi trattamento si farà i conti in tasca, a differenza di quanto poteva accadere 30 anni fa. Considerando che ormai i centri convenzionati sono centri privati "camuffati", stiamo assistendo ad una vera e propria svalutazione del mercato della fisioterapia. Un'asta al ribasso per aggiudicarsi il maggior numero di "clienti". Al diavolo la qualità del trattamento, mille volte meglio la quantità a prezzi dimezzati.

Groupon, Let's bonus e altri siti del genere, sono diventati la vetrina principale di alcune strutture "all' avanguardia", che salendo sull'onda del consumismo, tra pochi anni saranno le principali responsabili dello tsunami che si abbatterà su tutta la popolazione. Non si può svalutare un mercato come quello della fisioterapia. In questo modo si aprono i portoni dell'abusivismo, della qualità scarsa, dell'occasione da non perdere. Si perdono invece tutti i valori e le credenziali che la professione sanitaria deve conservare a prescindere.

Il mercato della sanità non dovrebbe esistere. Anche solo pensarlo sarebbe un reato.

L'articolazione del ginocchio

Il ginocchio è un'articolazione che unisce la coscia e la gamba, le quali, insieme al piede, compongono l'arto inferiore. L'incavo posteriore è chiamato cavità poplitea.
L'articolazione del ginocchio è la più complessa ed ampia dello scheletro umano. Mentre le superfici articolari sembrano identificarla come un'articolazione estremamente mobile, l'apparato ligamentoso, ad essa connesso, ne riduce i movimenti alla sola flessione ed estensione.

Codice Deontologico

Titolo I

Disposizioni generali

Capo I - Deontologia professionale e campo di intervento.

Art. 1 - La deontologia professionale è l'insieme dei principi etici che impegnano gli iscritti al rispetto delle norme generali e specifiche di comportamento professionale. L'inosservanza dei precetti deontologici nuoce non solo al prestigio professionale dell'iscritto e all'utente, ma soprattutto alla buona immagine di tutti gli esercenti la professione.

Art. 2 - Le disposizioni del presente codice si applicano a tutti i Ft (TdR) siano essi liberi professionisti o dipendenti di enti pubblici e privati.

Titolo II 
Compiti e doveri del FT (TdR)

Capo I - Dignità professionale.

Art. 3 - Il Ft (TdR) esercita la propria professione con la finalità esclusiva del rispetto delle persone umane, indipendentemente da valutazioni circa la nazionalità, la razza, le idee politiche, le condizioni sociali, il sesso e le preferenze sessuali, nel pieno rispetto della personalità, identità culturale e credo religioso dei pazienti e dei colleghi.

Art. 4 - Il Ft (TdR) svolge la propria professione nel rispetto dell'ordinamento giuridico vigente, attenendosi rigorosamente ai principi contenuti nel presente Codice Deontologico.

Art. 5 - Anche al di fuori dell'esercizio professionale, il Ft (TdR) è tenuto sempre ad osservare un comportamento che sia moralmente ed eticamente irreprensibile.

Capo II - Segreto professionale

Art. 6 - Il Ft (TdR) è tenuto a mantenere il segreto su tutto ciò che gli viene confidato o che può conoscere in ragione della sua professione; deve inoltre mantenere la massima riservatezza sulle prestazioni professionali effettuate o programmate. E' ammessa la rivelazione solo ai responsabili della cura della persona assistita, salvo specifica richiesta o autorizzazione dell'interessato o dei suoi legali rappresentanti, preventivamente informati sulle conseguenze o sull'opportunità o meno della rivelazione stessa.

Art. 7 - Il Ft (TdR) è tenuto alla tutela della riservatezza dei dati personali e della documentazione in suo possesso riguardante la persona assistita, anche se affidata a codici o sistemi informatici. Nella trasmissione di documenti relativi al paziente, il Ft (TdR) deve garantirne la massima riservatezza.

Art. 8 - Il Ft (TdR) non deve diffondere notizie che possano consentire l'identificazione della persona assistita cui si riferiscono.

Art. 9 - Al Ft (TdR) è consentito riferire, in modo tale da rispettare l'anonimato della persona assistita, il caso sotto il profilo clinico-terapeutico, quando la sua descrizione sia utile per finalità scientifiche, didattiche o di approfondimento culturale o professionale. Nella realizzazione di pubblicazioni scientifiche, aventi per oggetto osservazioni relative ai singoli pazienti, il Ft (TdR) deve far sì che questi non siano identificabili.

Capo III - Condotta professionale

Art. 10 - Al Ft (TdR) compete la valutazione della persona assistita attraverso l'anamnesi ed un esame clinico funzionale.

Art. 11 - Il Ft (TdR) elabora e definisce autonomamente o in collaborazione con altre figure sanitarie il programma terapeutico-riabilitativo. Il Ft (TdR) elabora il programma terapeutico-riabilitativo in base alla valutazione effettuata. Informa la persona assistita sugli interventi terapeutici più opportuni e sugli eventuali effetti collaterali. Espone gli obiettivi del trattamento, stabilendo tempi, modalità e verifica dell'intervento. Si rende disponibile a collaborare con i sanitari di fiducia del paziente.
Il Ft (TdR) elabora il programma terapeutico-riabilitativo in riferimento alla diagnosi ed alla prescrizione medica. Qualora risultino valutazioni discordanti, cambiamenti del quadro clinico e/o risposte non coerenti durante il trattamento, il Ft (TdR) è tenuto ad informare il medico curante, collaborando a fornire elementi utili sia per un eventuale approfondimento diagnostico, che per la definizione di un più appropriato programma terapeutico.

Art. 12 - Il Ft (TdR) pratica autonomamente attività terapeutica, verificando la rispondenza delle metodologie attuate agli obiettivi di recupero funzionale programmati.

Art. 13 - Il Ft (TdR) considera la prevenzione quale ambito primario di intervento. 

Art. 14 - Il Ft (TdR) svolge attività di consulenza.

Art. 15 - Il Ft (TdR) ha la responsabilità diretta delle procedure diagnostiche e terapeutiche che applica.

Art. 16 - Il Ft (TdR) deve rispettare i limiti e le responsabilità del proprio ambito professionale, ed astenersi dall'affrontare la soluzione dei casi per i quali non si ritenga sufficientemente competente.

Art. 17- Il Ft (TdR) non deve diffondere notizie sanitarie atte a suscitare illusioni, speranze o infondati timori.

Art. 18 - L'esercizio professionale deve essere animato da rigore metodologico e rispondere alle continue acquisizioni scientifiche inerenti il campo di competenza. Il Ft (TdR) ha il dovere di utilizzare metodologie e tecnologie la cui efficacia e sicurezza siano state scientificamente validate da Società Scientifiche. La scelta di pratiche non convenzionali deve avvenire nel rispetto del decoro e della dignità della professione ed esclusivamente sotto diretta ed esclusiva responsabilità personale, previo consenso informato, scritto, firmato e datato del paziente, e fermo restando che qualsiasi terapia non convenzionale non deve sottrarre la persona assistita a specifici trattamenti di comprovata efficacia.
Il Ft (TdR), qualora giunga alla elaborazione di una propria procedura terapeutica, ha il dovere di divulgarne e diffonderne i contenuti ed i risultati attraverso la pubblicazione su riviste scientifiche e/o professionali.

Capo IV - Aggiornamento e formazione permanente

Art. 19 - Il Ft (TdR) deve mantenere in ogni momento il più alto standard di conoscenze e di competenze, impegnandosi nell'ambito di una formazione permanente ad adeguare il proprio sapere al progresso della ricerca scientifica e professionale.

Art. 20 - Il Ft (TdR) non deve esprimere giudizi o critiche sull'operato di altri colleghi in presenza di utenti o comunque di estranei e al di fuori degli organismi associativi.

Art. 21 - Il Ft (TdR) che constati gravi casi di scorrettezza professionale nel comportamento di altri colleghi, deve darne comunicazione all'Associazione o all'Ordine Professionale, la quale interverrà secondo i modi previsti dal Titolo VII.
Capo V - Onorario professionale

Art. 22 - Il Ft (TdR) ha il dovere di farsi remunerare per le prestazioni svolte, in misura adeguata all'importanza dell'opera professionale nel rispetto delle indicazioni fornite dall'Associazione o dall'Ordine Professionale, attraverso il tariffario. Il Ft (TdR), in particolari circostanze, può prestare gratuitamente la sua opera, purché tale comportamento non costituisca concorrenza sleale o illecito accaparramento di clientela.

Art. 23 - L'onorario del Ft (TdR) deve essere conosciuto dai paziente prima dell'inizio della cura.

Titolo III
Rapporti con gli utenti

Capo I - Obblighi del FT (TdR)

Art. 24 - Il Ft (TdR) deve condurre con competenza e capacità ogni trattamento finalizzato a ripristinare, migliorare o mantenere la salute del paziente, dedicando a questo scopo tutto il tempo necessario.

Capo II - Informazione del paziente

Art. 25 - La persona assistita, o colui che esercita la legale rappresentanza sullo stesso, deve essere debitamente informato su tutti gli aspetti riguardanti la terapia consigliata prima di iniziare le cure.
In questo modo egli avrà l'opportunità di accettare o rifiutare la proposta terapeutica.

Capo III - Declino del mandato

Art. 26 - Quando per ragioni professionali o personali, il Ft (TdR) declina o sospende temporaneamente il mandato precedentemente assunto, deve preoccuparsi di fornire tutte le indicazioni necessarie per il proseguimento della terapia, anche contattando chi fosse a lui subentrato.
L'Associazione o l'Ordine Professionale deve intervenire nelle persone dei Dirigenti o dei Consiglieri, per concorrere a dirimere le controversie, nonché fornire concreto appoggio all'iscritto che fosse ingiustamente incolpato. Parimenti, è dovere del Ft (TdR) subentrante informarsi presso il collega che abbia declinato o sospeso il mandato circa le terapie in precedenza adottate.

Art. 27 - Ove il Ft (TdR) constati di non godere della fiducia da parte del paziente o dei suoi legali rappresentanti può, con adeguato preavviso, rinunciare a proseguire il trattamento. Egli dovrà comunque garantire il proseguimento della terapia fino alla sostituzione da parte di un altro collega

Titolo IV
Rapporti con i colleghi

Art. 28 - I rapporti tra Fisioterapisti (TdR) devono essere basati sul reciproco rispetto. Ogni contrasto di opinioni deve essere affrontato secondo le regole di civiltà e di correttezza. Ove richiesta, l'Associazione o l'Ordine professionale deve intervenire nelle persone dei Dirigenti o dei Consiglieri, per concorrere a dirimere le controversie, nonché fornire concreto appoggio all'iscritto che fosse ingiustamente incolpato.

Art. 29 - Il Ft (TdR) non deve esprimere giudizi o critiche sull'operato di altri colleghi in presenza di utenti o comunque di estranei e al di fuori degli organismi associativi.

Art. 30 - Il Ft (TdR) che constati gravi casi di scorrettezza professionale nel comportamento di altri colleghi, deve darne comunicazione all'Associazione o all'Ordine Professionale, la quale interverrà secondo i modi previsti dal Titolo VII.

Titolo V
Rapporto con i terzi

Capo I - Collaborazione professionale

Art. 31 - Il Ft (TdR) esercita la propria attività professionale rispettando le altre professioni sanitarie e collaborando con le stesse. Il Ft (TdR) non può, in nessun modo, prestare qualsiasi forma di collaborazione con chi eserciti abusivamente la professione.

Capo Il - Pubblicità

Art. 32 - Al Ft (TdR) è consentita la pubblicità professionale nelle modalità e nei termini stabiliti dalla Legge e dall'Associazione o dall'Ordine Professionale.

Art. 33 - Al Ft (TdR) non è consentita la pubblicizzazione di prodotti o altro che leda il decoro professionale.

Capo III - Esercizio abusivo della professione

Art. 34 - Il Ft (TdR), ove riscontri l'esercizio della professione da parte di figure non abilitate, ha il dovere di denunciare ogni abuso all'Associazione o all'Ordine Professionale.

Titolo VI
Rapporti con il S.S.N. e con enti pubblici e privati

Capo I - Osservanza del Codice Deontologico

Art. 35 - Qualora tra il Ft (TdR) che operi in regime di dipendenza o altro regime collaborativo con le strutture del S.S.N. e con Enti Pubblici e Privati, e le medesime strutture, insorgessero contrasti in ordine alla gestione del caso specifico a lui affidato, il Ft (TdR) è tenuto a richiedere l'intervento della Associazione o dell'Ordine Professionale nell'interesse del paziente e della propria sfera di autonomia professionale.

Titolo VII
Sanzioni e procedimenti disciplinari

Art. 36 - Il Ft (TdR) che violasse le norme del presente Codice Deontologico è sottoposto a procedimento disciplinare secondo le modalità previste dal vigente Statuto.





Galeno (129 d.C. Pergamo - 199 d.C. Roma)

Galeno di Pergamo è stato un medico greco, i cui punti di vista hanno dominato la medicina occidentale per tredici secoli, fino al Rinascimento, quando furono sovvertiti dall'opera di Vesalio.

All'età di 16 anni il padre, ispirato da un sogno, lo avviò agli studi di medicina, che intraprese senza peraltro trascurare gli studi filosofici. Ebbe come maestri l'empirico Aischiron, l'ippocratico Stratonico, allievo di Sabino, e l'anatomista Satiro, allievo di Quinto. Divenne, per quattro anni, therapeutes (con significato diaddetto o socio) del dio Asclepio nel tempio locale. Dopo la morte di suo padre lasciò il tempio per studiare ad Alessandria (dove consolidò la propria formazione anatomica e venne in contatto con la tradizione dei commenti ippocratici). Studiò medicina per dodici anni. Quando tornò a Pergamo, lavorò come medico alla scuola dei gladiatori per quattro anni, durante i quali fece esperienza sui traumi e sul trattamento delle ferite, che lui, più tardi, descriverà come le finestre nel corpo.

La storia della Fisioterapia

Si ritiene che medici dell'antichità quali Ippocrate e successivamente Galeno possano essere considerati i primi praticanti di Fisioterapia. Essi proponevano trattamenti come il massaggio, tecniche di terapia manuale e idroterapia già nel 480 a.C.
Con lo sviluppo dell'Ortopedia durante il diciottesimo secolo, si iniziò a curare la gotta e disturbi simili sviluppando esercizi sistematici delle articolazioni che anticipavano i successivi sviluppi della fisioterapia. Si iniziarono ad inventare macchine come il Gymnasticon.
Le prime origini documentate della attuale fisioterapia come oggi la intendiamo risalgono allo svedese Pehr Henrik Ling, padre della "ginnastica svedese", che fondò nel 1813 il "Royal Central Institute of Gymnastics" (RCIG) per massaggi, manipolazioni ed esercizi. La parola svedese per fisioterapista è “sjukgymnast” = “ginnasta dei malati”. Nel 1887, i fisioterapisti ottennero la registrazione ufficiale presso il Consiglio Nazionale Svedese per la salute e il Welfare.
Presto la Fisioterapia venne riconosciuta in altre nazioni: nel 1894 fu fondata in Gran Bretagna la "Chartered Society of Physiotherapy", nel 1913 alla Università di Otago in Nuova Zelanda la "School of Physiotherapy", e nel 1914 la "United States' Reed College" a Portland.
Nel marzo del 1921, negli Stati Uniti, viene pubblicato il primo lavoro di ricerca sulla "PT Review". Nasce la Physical Therapy Association (oggi "American Physical Therapy Association")(APTA), fondata da Mary McMillan.
Nel 1924, la Georgia Warm Springs Foundation propose la fisioterapia come trattamento per la poliomelite.
Durante gli anni '40 i trattamenti consistevano essenzialmente in esercizi, massaggi e trazioni. Procedure manipolative del rachide e delle articolazioni delle estremità cominciarono ad essere praticate, specie nei paesi del Commonwealth britannico, durante i primi anni cinquanta. Da allora l'attività dei fisioterapisti cominciò ad uscire dall'ambito strettamente ospedaliero diffondendosi anche nei centri di ortopedia, nelle scuole, nelle strutture geriatriche, nei centri di riabilitazione.
Nel 1921 fu fondata negli Stati Uniti la prima associazione professionale, chiamata American Women's Physical Therapeutic Association, che nel corso del tempo è diventata l'attuale APTA (American Physical Therapy Association), che attualmente rappresenta circa 76 000 membri negli Stati Uniti. L'APTA definisce la Fisioterapia come: "applicazione clinica del recupero, mantenimento, e promozione della funzione fisica ottimale."
L'APTA, nel 1974 fondò la prima negli Stati Uniti Sezione Specializzata di Fisioterapia Ortopedica, formata dai fisioterapisti specializzatisi in quella materia
Sempre nel 1974, fu fondata la International Federation of Orthopaedic Manipulative Physical Therapists che ha giocato un ruolo importante nello sviluppo della Terapia Manuale in tutto il mondo.

La Fisioterapia e il Fisioterapista

La fisioterapia (dal greco Φυσιο = naturale e θεραπεία = terapia) è una branca della medicina che si occupa della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei pazienti affetti da patologie o disfunzioni congenite o acquisite in ambito neuromuscoloscheletrico e viscerale attraverso molteplici interventi terapeutici, quali: terapia fisica, terapia manuale/manipolativa, massoterapia, terapia posturale, chinesiterapia, terapia occupazionale e altre.
La fisioterapia è praticata dal dottore in fisioterapia (Fisioterapista), professionista laureato appartenente alla classe delle professioni sanitarie della riabilitazione.
Il Fisioterapista esercita le proprie competenze con titolarità e autonomia professionale, in ambito libero professionale oppure in contesto di équipe multidisciplinare insieme a medici specialisti e/o ad altre professioni sanitarie. Il fisioterapista assiste il paziente nel recupero funzionale per quanto concerne le menomazioni e le disabilità motorie qualunque ne sia la causa. Applica quindi all'interno di un programma terapeutico e sotto la propria responsabilità nell'esecuzione delle stesse, le tecniche di base e speciali di esercizio terapeutico e di rieducazione funzionale, le metodiche massoterapiche, la fisioterapia strumentale.
Il fisioterapista, quindi, in fase clinica di post-acuzie utilizza tecniche terapeutiche basate sull'esercizio fisico miranti al recupero di abilità perdute a causa di un evento morboso recente, applicando metodiche di base e tecniche speciali per il raggiungimento dello scopo.
Questo include il benessere fisico, psicologico, emozionale e sociale. Ciò richiede l'interazione tra il fisioterapista, il paziente/cliente, l'équipe riabilitativa, le famiglie, i care-giverscase-managers, le comunità in un processo dove il movimento potenziale viene valorizzato e gli obiettivi condivisi attraverso la specifica conoscenza e competenza del fisioterapista.
Il fisioterapista utilizza l'anamnesi, l'esame fisico e quando necessario i risultati di esami di laboratorio (esame radiografico, ecografico, elettromiografico, ecc.) per effettuare la valutazione e stabilire un piano di trattamento in seguito alla diagnosi della patologia.
La fisioterapia comprende numerose specialità: ortopedia, neurologia, reumatologia, geriatria, cardiologia, pneumologia, pediatria, stomatognatica, solo per citare i settori d'intervento più comuni.
Il fisioterapista può esercitare la sua professione in varie modalità: in ambito pubblico o privato, come libero professionista o dipendente presso ospedali o cliniche, presso servizi di riabilitazione, presso servizi di assistenza domiciliari, in ambulatorio o studio professionale, presso centri di ricerca, ospizi, scuole, università, industrie, centri di fitness ed associazioni sportive.
La formazione risulta sensibilmente variabile da nazione a nazione. Il percorso formativo spazia da nazioni che prevedono una formazione di livello universitario di 3 anni più 2 (Italia) a nazioni che prevedono una breve educazione formale.
A partire dal 1999, la formazione del fisioterapista, è di competenza delle sole Università; in particolare il percorso accademico rientra all'interno della classe delle professioni sanitarie della riabilitazione SNT/02 ed è collocato all'interno delle Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Al momento la figura professionale del fisioterapista risente dell'abusivismo della professione e della mancanza di un ordine professionale che tuteli gli operatori abilitati e i pazienti.